E’ strano

..non trovi, che la qualità del cibo debba essere inversamente proporzionale alla quantità di luce. C’è da chiedersi a quali vette culinarie i cuochi potrebbero arrivare se li si confinasse in un’oscurità perpetua.

Douglas Adams, L’investigatore olistico Dirk Gently

La mossa dell’alfiere

la mossa dell'alfiere

Dino, apprendista di Leonardo da Vinci presso il castello degli Sforza a Milano, si trova suo malgrado coinvolto in un omicidio. Il Maestro, incaricato da Ludovico il Moro di scoprire l’assassino quanto prima, lo rende partecipe delle indagini, stimolando le sue capacità d’osservazione e ragionamento, ma anche la forza d’animo e il coraggio.

Come ogni eroe ha il suo discepolo, così anche Leonardo, detective per l’occasione, in questo romanzo ha un assistente, il vero protagonista della vicenda. Dino apprende, suggerisce in modo arguto, ma nasconde anche un segreto, ignoto (ma anche no) al suo stesso mentore.

La vicenda si sviluppa come un classico giallo deduttivo, senza tralasciare alcune situazioni d’azione e soffermandosi lievemente sul periodo storico e sulle abitudini della bottega d’arte: sullo sfondo (forse un po’ troppo in fondo…)  la Milano rinascimentale di Ludovico il Moro e il laboratorio di Leonardo.

La narrazione è scorrevole e veloce, l’intreccio ben costruito e il racconto piacevole, anche se talmente lineare da far desiderare qualche colpo di scena in più. I personaggi principali sono caratterizzati in maniera interessante, anche se Leonardo in alcuni momenti sembra un po’ stereotipato.

Nel complesso una lettura godibile e senza pretese.

Diane A.S. Stuckart, “La mossa dell’alfiere. Leonardo da Vinci indaga”

Amato in tempi non sospetti

-Sapete che cos’è l’amicizia?- domandò.
-Sì- rispose l’egiziana. -Significa essere fratello e sorella, due anime che si toccano senza confondersi, le due dita della mano.
-E l’amore?- proseguì Gringoire.
-Oh, l’amore!- ella disse, e la sua voce tremava e il suo occhio raggiava. -Significa essere in due ed essere soltanto uno. Un uomo e una donna che si fondono in un angelo. E’ il cielo-.
 
Victor Hugo, Notre Dame de Paris

Il cavaliere del verbo

28 ottobre 2002. Sono passati circa cinque anni dalle vicende che hanno cambiato la vita di Nestcavaliere-verbo Freemark: ormai frequenta l’università e torna a casa molto raramente. Il nonno è morto pochi mesi prima e la ragazza sta valutando la vendita della casa in cui è cresciuta. Durante una delle sporadiche visite ad Hopewell viene contattata da Ariel, uno spirito magico, che la convince a raggiungere il Cavaliere del Verbo per salvarlo da un pericolo imminente. Infatti, in seguito ad una strage che non è riuscito ad evitare, John Ross ha perso la sua fede e ha abbandonato il servizio del Verbo, si è trasferito a Seattle, dove ha travato amore e lavoro, e trascorre una vita serena ed appagante da un anno. Sta dimenticando a poco a poco la sua vita precedente, quando Nest lo raggiunge e lo mette al corrente della presenza di un Demone mutaforma che sta attendendo il momento opportuno per ucciderlo. John, però, è troppo preoccupato dalla situazione contingente: un cronista investigativo lo accusa d’aver sottratto denaro dell’associazione benefica per la quale lavora; come se non bastasse, un incendio ne distrugge la sede, mettendo a repentaglio le vite degli ospiti.
Il giorno successivo Ross incontra nuovamente Nest. Le informazioni che gli dà la ragazza lo spingono ad aprirsi con lei e rivelarle il sogno che lo perseguita da quando ha deciso di abbandonare il Bastone: in esso il cavaliere si vede assassinare Simon, il promotore dell’associazione per cui lavora, e la stessa Nest. Inoltre annuncia alla ragazza che ha intenzione di abbandonare la città, per evitare che l’incubo si realizzi, e le suggerisce di fare lo stesso. Ma la situazione precipita prima che
possa mettere in atto il suo piano: le forze del Verbo e del Vuoto se lo contendono. Se Ross non farà la scelta giusta al momento giusto finirà per soccombere.

 
Il romanzo si legge tutto d’un fiato. La vicenda è incalzante, la lettura agevole, la suspance ben equilibrata (il fatto di intuire chi sia il Demone prima del protagonista aumenta, a mio avviso, la compartecipazione alla vicenda). Il paladino del Verbo perde la sua aura di perfezione, infallibilità e durezza per acquisire fallibilità e umanità.
 
Terry Brooks, Il cavaliere del verbo
Ciclo “Verbo & Vuoto”, libro secondo

L’ascesa dell’ombra

9788834712344g

Rand ha espugnato la fortezza di Tear con un esercito di Aiel e si è impadronito di Calandor, la spada che, impugnata, lo proclama “Drago Rinato”. Ora deve sfuggire ai Reietti, che lo cercano per eliminarlo e sottrargli la spada. Min approda a Tar Valon ed alla Bianca Torre sotto mentite spoglie. Sarà Elmindreda, una dama che chiede rifugio perchè non sa decidere a quale tra due spasimanti concedere la propria mano. Perrin abbandona l’amico dopo aver saputo che il suo villaggio natale è in pericolo a causa sua: sembra, infatti, che i Manti Bianchi stiano occupando la regione nel tentativo di rintracciarlo. Con lui vanno l’ormai inseparabile Faile e l’ogier Loial. Nynaeve ed Elayne partono alla ricerca dell’Ajah Nera e incontrano il Popolo del Mare, che, informato degli ultimi eventi, celebra il ritorno del Coramoor.
Rand decide di raggiungere la Terra delle Piegature, il Deserto degli Aiel. Con lui Mat, Moiraine, con il Custode Lan, e Egwene, che vuole approfondire la sua abilità di Camminatrice dei Sogni presso le Sapienti aiel.

Ritengo questo il più bello (finora) dei libri della saga: mai cadute di ritmo, l’azione è sempre incalzante e la vicenda è intrecciata magistralmente. 

Robert Jordan, La Ruota del tempo vol.4 – L’ascesa dell’Ombra, ed. Fanucci

codice caravaggio

Codice_Caravaggio

In un futuro non molto lontano, in un’Europa dove la convivenza multietnica è sempre più difficile, in un mondo in cui l’estremismo islamico si sta rafforzando e medita sull’istituzione di un nuovo grande impero, il successore di Benedetto XVI muore prematuramente e inaspettatamente: è tempo di conclave. Tutti i cardinali elettori si radunano a Roma e si preparano ed eleggere il nuovo Papa sotto la guida del camerlengo, il cardinale Lamberto Bosani.
In un passato lontano, l’Italia dei primi del Seicento, il pittore Michelangelo Merisi, noto come “Caravaggio”, cerca successo e fama nella Città eterna. Il suo carattere irruento, ma schietto e onesto, le sue abitudini libertine, le sue idee artistiche e teologiche finiscono per scontrarsi con la gerarchia ecclesiastica del suo tempo. Già tormentato da fantasmi personali dopo aver assistito all’ingiusta esecuzione capitale  dell’intera famiglia Cenci -i cui membri non sono giustiziati per reati reali ma per intrighi politici- si trova a difendere la propria visione personale sull’arte e sulla fede di fronte ai bigotti committenti dell’epoca. Accusato di blasfemia, viene convocato da monsignor Petrucci, il camerlengo. Stanco di aspettare il suo turno di ricevimento, comincia a curiosare tra le stanze della residenza cardinalizia e assiste ad un evento che segnerà la sua intera esistenza: da questo momento in poi vivrà nel tormento di un complotto, nell’angoscia di essere scoperto testimone e ucciso; una montatura sarà organizzata ai suoi danni e lui sarà costretto a nascondersi presso influenti mecenati, spostandosi continuamente.
La  rivelazione di una verità tenuta nascosta quattrocento anni è la chiave del presente. Il superiore generale dei gesuiti, Declan O’Malley, si trova a Roma in occasione del conclave. Qui coglie l’occasione per incontrare il nipote, Peter Dempsey, ex soldato e attuale storico. I due si riavvicinano dopo molti anni e insieme, incuriositi dall’improvvisa morte di uno dei più giovani cardinali elettori, portano alla luce un’intricatissima ragnatela, tessuta dalle più alte cariche vaticane.

Pro:
– trama accattivante
– ritmo incalzante
– colpi di scena
– ambientazione curata

Contro:
– finale eccessivamente “action”

Incipit:
La morte era attesa, tuttavia il mondo pianse. Il 266° successore di san Pietro morì serenamente durante il sonno nelle prime ore di un lunedì mattina di giugno. Nei suoi ultimi giorni, sostenuto dai cuscini, incapace di salutare la folla dal suo balcone, si era lamentato del fatto di aver lasciato così tanto ancora da fare.

Walter Ellis, Codice Caravaggio

i tre moschettieri

Alexandre Dumas (padre) pubblicò “I tre moschettieri” nel 1844 come romanzo d’appendice: uscì a puntate nelle ultime pagine del quotidiano francese Le siècle.
Primo di una trilogia, anticipa i successivi Vent’anni dopo e Il visconte di Bragelonne.
 
moschettieri1La vicenda è ambientata nella Francia seicentesca di Luigi XIII e Richelieu, e prende inizio quando il guascone D’Artagnan parte dalla casa paterna per Parigi con una lettera di raccomandazione indirizzata al Signore di Treville, capitano dei moschettieri, grazie alla quale spera di riuscire ad entrare nelle famose guardie reali. Perduta la missiva durante un duello, il giovane incontra Treville e ottiene comunque la possibilità di mettersi in luce nelle guardie di Des Essarts.
In seguito all’udienza incontra separatamente i tre moschettieri Athos, Portos e Aramis, offendendoli involontariamente: ottiene così tre appuntamenti diversi per tre duelli. Recatosi al primo appuntamento vi ritrova i tre sfidanti insieme, convocati per fare da secondo l’uno all’altro. Prima di procedere al combattimento, però, le guardie del Cardinale sopraggiungono, sorprendono i quattro e intimano loro di arrendersi all’arresto, dal momento che i duelli sono proibiti: i moschettieri e D’Artagnan, uniti da una causa comune, si schierano insieme e sconfiggono le guardie. Il guascone, riconosciuto abile spadaccino, viene preso sotto l’ala protettrice degli altri tre: il trio di amici diventa un quartetto.
Il loro destino si incrocia presto con gli intrighi di corte: la relazione tra ilmoschettieri2 Cardinale, il Re e la Regina è molto più complessa di quanto possa apparire. Infatti Richelieu, rifiutato come amante da Anna d’Austria, cova un rancore nei suoi confronti e di quelli dell’uomo di cui è realmente innamorata: l’inglese duca di Buckingham. Il Cardinale scopre che durante il loro ultimo incontro la Regina gli ha donato dodici puntali di diamante, ricevuti a sua volta dal marito; così convince il Re ad organizzare, per due settimane dopo, un ballo in onore della moglie, che avrebbe avuto l’occasione di sfoggiare il prezioso dono.
D’Artagnan viene a conoscenza del complotto dalla donna che ama: Costanza Bonacieux, moglie del suo padrone di casa, guardarobiera e fidata confidente di Anna d’Austria. Così, con i tre amici e i rispettivi servitori, parte per l’Inghilterra per recuperare i diamanti. Durante il tragitto i compagni vengono rallentati dagli uomini del Cardinale e costretti a separarsi per arrivare velocemente in Inghilterra: è D’Artagnan a raggiugere Buckingham, che gli restituisce i gioielli; grazie al tempismo del guascone il duca si accorge che una spia del Cardinale, Milady di Winter, gliene ha sottratti due con l’inganno ed ha il tempo di farne realizzare una copia da un orafo di fiducia. Quando Richelieu vede salvo l’onore della Regina grazie a D’Artagnan, ordina il rapimento di Costanza per vendicarsi.
moschettieri3Nel frattempo il giovane viene incaricato dal signore di Treville della ricerca dei compagni perduti durante il viaggio. Ritrovati i moschettieri dispersi e tornato con essi a Parigi, il guascone si scontra in duello col duca di Winter, col quale in seguito stringe amicizia. Invitato a casa del nobile, ne incontra la cognata, Milady, se ne invaghisce e la seduce con l’inganno: durante i loro incontri notturni si finge il duca di Wardes, del quale la donna è innamorata, e nota sulla spalla di Milady un fiordaliso, marchio dei criminali francesi. Scoperto l’inganno e umiliata dalla scoperta, la donna promette vendetta.
Nel frattempo scoppia la guerra tra Francia e Inghilterra. I moschettieri e le guardie di Des Essart partono per il fronte: la piazzaforte ugonotta de La Rochelle. Una notte Athos, Portos e Aramis scortano il Cardinale ad un appuntamento segreto: in un albergo il prelato incontra Milady e la incarica di uccidere Buckingam, la morte del quale porrà fine alle ostilità. Ascoltata di nascosto la conversazione dei due, gli amici informano anche il guascone e studiano uno stratagemma per evitare il vile omicidio: inviano una lettera al cognato della donna, spiegandogli l’intrigo. Così lord Winter ne ordina l’arresto: appena sbarcata Milady viene portata in isolamento in una fortezza, ma riesce a corrompere il generale Felton e lo irretisce, al tal punto che non solo l’uomo la aiuta a fuggire, ma uccide per lei Buckingham.
Tornata in Francia la donna consuma la sua vendetta contro D’Artagnan avvelenando Costanza. Imoschettieri4 quattro amici riescono a intercettarla nella sua ultima fuga e, desiderando assicurarla alla giustizia divina più che alla terrena, la processano e la giustiziano immediatamente. Richelieu, che si serviva di Milady ma in realtà la temeva, riconosce il valore di D’Artagnan e lo nomina tenente dei moschettieri. L’epilogo del romanzo mostra in un flash forward il futuro dei quattro amici: il guascone rimane tra le guardie del re; Aramis si ritira a vita religiosa e diventa abate; Porthos sposa una ricca vedova ed eredita l’immenso patrimonio del di lei marito; Athos si trasferisce nel Rossiglione.
 
Pur essendo stato scritto due secoli fa, I tre moschettieri è un romanzo a tutti gli effetti moderno: appassionante, vivace, veloce, leggero..insomma una lettura piacevole dai molti ingredienti: intrighi politici e amorosi, duelli e scontri bellici, inseguimenti, inganni, spionaggio.
 
Curiosità:
  • Dumas ha partecipato alla spedizione dei Mille, offrendo a Garibaldi tutto il suo denaro per l’acquisto di armi e munizioni.
  • Dumas usa nel prologo lo stesso espediente di Manzoni: si racconta di uno studioso che, trovato un manoscritto intitolato Le memorie di D’Artagnan, ha svolto una ricerca sui protagonisti ritrovandoli in un libro inedito, Memorie del conte de la Fère su alcuni avvenimenti cha accaddero in Francia verso la fine del regno di Luigi XIII e il principio del regno di Luigi XIV, ottenendo poi il permesso di pubblicarlo.

I ponti di Madison County

Image Hosted by ImageShack.usRobert Kincaid, fotografo per il National Georaphic, si ferma nei pressi di una fattoria dell’Iowa per chiedere un’informazione.
Qui incontra Francesca.
Un incontro che è un riconoscimento, una certezza: “Solo una volta nella vita.” Storia di un amore indimenticabile, unico e travolgente, assoluto e disperato. Un amore senza fine.

La scrittura è fluida e veloce, lo stile immediato e vivo, le descrizioni palpabili. Da leggere con la matita in mano.

 

 

 

“L’amore si vive, non ci si lascia se ci si ama, qualunque sia l’ostacolo, non si costringe anche l’altro a rinunciare, non ci si nasconde per il resto della vita dicendo a se stessi che va bene così, che comunque riempie l’anima, come in un dramma di J. Austen. Perchè non esistono soluzioni, ma solo alternative, quindi ci si adatta, si fanno compromessi. Un amore così vale la pena sempre. Non si può dire basta e rinunciare al resto della propria felicità possibile!”
“E invece sì.”
Robert James Waller, I ponti di Madison County

Il mio amico Napoleone

21 giugno 1815.Image Hosted by ImageShack.us
Emanuele, come sempre, è in ritardo per l’inizio delle lezioni.
Si scervella per trovare una giustificazione che non sembri banale al suo professore, ma si sente veramente nei guai perché il su cervello non connette questa mattina. A salvarlo è una provvidenziale protesta degli studenti più grandi, che non permettono a nessuno di varcare i cancelli della scuola.
Sedato dal Preside il piccolo tumulto, Emanuele entra in classe e si appresta ad una verifica a sorpresa di Latino. Ma questa sembra essere la sua giornata fortunata: il padre, Giuseppe Las Cases, lo preleva dall’istituto per condurlo in quella che sarà la più grande avventura della sua vita, accompagnare Napoleone Bonaparte nel viaggio attraverso l’Oceano e verso Sant’Elena.

Carla Maria Russo, Il mio amico Napoleone

Il segreto della piramide maya

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Impero Maya.
Ara Stella della Sera, una ragazzina di dieci anni, si inoltra nella foresta a cercare delle erbe mediche per la madre, che esercita la professione di guaritrice.
La sorte vuole che si imbatta in un gruppo di Selvaggi, che, però, non la avvistano.
Ara corre ad avvisare il fratello, Guscio di Fumo, uno dei soldati del Re, che, organizzato un manipolo di uomini, sbaraglia i Selvaggi e riceve un importante encomio dallo stesso Re, suscitando le ire del sacerdote Grande Teschio.
La vicenda si sviluppa attraverso vari colpi di scena.
Ara dovrà usare tutta la sua forza d’animo per affrontare situazioni difficili e garantire la salvezza a se stessa, alla propria famiglia e all’intera città.

Chris Eboch, Il segreto della piramide maya

Il libro prigioniero

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Cornelia è una ragazzina di undici anni, che si trasferisce con la famiglia in una vecchia casa-torre.
Il suo destino è stato segnato fin da quando, dieci anni prima, lo zio in una notte misteriosa le ha regalato una spilla a forma di stella.
Suo malgrado la ragazzina scopre di essere un “Primo Ordine”, cioè una Fata delle più potenti, nonostante nelle sue vene scorra sangue umano e sia nata al di qua della Frontiera che separa la Valle Nascosta dal mondo degli uomini.

Il libro è l’inizio di una avventura che vedrà come protagonisti Cornelia, i suoi amici Luna e Freccia, il misterioso Ander e il Negromante. Rimane sullo sfondo la figura dello “zio”, presente in spirito ma con un ruolo non ancora ben definito.
La vicenda è intrecciata con gusto, la lettura è scorrevole e la trama incalzante nel suo svilupparsi.

Miki Monticelli, Il libro prigioniero

L’occhio del mondo

jordan

Rand al’Thor è un giovane pastore, ha gli occhi grigi ed i capelli rossi, caratteristiche che lo distinguono da tutti gli altri abitanti di Emond’s Field, il villaggio della regione dei Fiumi Gemelli nel quale vive col padre, Tam, nella fattoria che dista diverse ore di cammino dal paese. In occasione della Festa di Primavera Rand e Tam si recano in paese per la consueta fiera annuale. Come il giovane tutto il villaggio è in fermento. Dopo cinque anni di monotonia sono arrivati degli stranieri: un menestrello, una dama accompagnata da un cavaliere dallo sguardo severo, il solito ambulante. Quest’ultimo porta le ultime novità dal resto del mondo: come ad Emond’s Field, ovunque l’inverno si è protratto più del solito e la primavera tarda a sbocciare; i lupi non si limitano a correre per i boschi ma escono allo scoperto; la guerra imperversa; un uomo nella regione del Ghaeldan si è proclamato Drago Rinato, anche se sembra sia solo uno dei molti falsi Draghi autoproclamatisi negli ultimi anni. A differenza di questi, però, Logain è in grado di incanalare l’Unico Potere. Proprio per questo le Aes Sedai si sono mobilitate dalla loro fortezza di Tar Valon, nel tentativo di domarlo. Rand ed il padre decidono di tornare alla fattoria per la notte: troppi eventi misteriosi si stanno verificando, inoltre il ragazzo ed alcuni amici hanno avvistato uno strano “cavaliere nero” aggirarsi nei dintorni del villaggio e Tam vuole controllare che tutto sia a posto.
Ritornati alla loro abitazione, durante la cena i due vengono assaliti da un gruppo di Trolloc.
Nella fuga Tam viene ferito, ma Rand con la spada del padre uccide uno dei mostri, si nasconde nel bosco per la notte, durante la quale Tam nel delirio della febbre biascica qualcosa riguardo all’aver “trovato Rand”, e riesce a trascinare il genitore fino al villaggio.
Una volta lì il ragazzo scopre che anche Emond’s Field è stato attaccato: alcune case sono state incendiate e l’ambulante è scomparso, i Trolloc sono stati messi in fuga dalla lady, che si è rivelata un’Aes Sedai, e dal suo Custode Lan.
Ci sono stati alcuni feriti, ma a quanto pare il più grave è proprio Tam, che nè la Sapiente del villaggio Nynaeve nè la sua allieva Egwene riescono a curare.
Rand decide, allora, di chiedere aiuto a Moiraine, che guarisce Tam con l’Unico Potere.
Lan svela a Rand che il cavaliere nero che ha visto è un Myddrall; Moiraine diche che lui, Mat e Perryn (due grandi amici di Rand) dovranno partire con lei ed il Custode, perchè sono loro che i Trolloc stanno cercando e rappresentano un pericolo per l’intero villaggio.
Il piccolo gruppetto partirà per Tar Valon la notte stessa. A loro si unisce Egwene, la promessa sposa di Rand, e Thom il menestrello.
Comincia il lungo viaggio attraverso la Ruota del Tempo. Ognuno incontrerà e si scontrerà col proprio destino, molto più grande di quanto ognuno di loro avesse mai immaginato.

Primo di una saga di dodici romanzi, l’Occhio del Mondo ha un ritmo della narrazione sostenuto, dei personaggi affascinanti ed accattivanti, presenta un universo reso credibile da descrizioni accurate di luoghi e tradizioni e da rimandi ad un mitologico passato.
Jordan sfrutta diversi topoi del genere: il viaggio e la ricerca, il destino ineluttabile, la lotta tra bene e male, il magico e il gotico.
Questo volume offre l’inquadramento di una vicenda che si preannuncia lunga ed avvincente. L’inizio è ampio, lento dal punto di vista dell’intreccio e descrittivo, ma probabilmente necessario alla contestualizzazione di ambiente e personaggi. Dalla metà in poi la vicenda decolla e diventa difficile abbandonare la lettura. L’avventura arriva ad una conclusione, ma non è difficile capire che è momentanea.

Il vento si alzò nelle Montagne di Nebbia.
Il vento non era l’inizio. Non c’è inizio né fine, al girare della Ruota del Tempo.
Ma fu comunque un inizio.

Il club Dumas

Corso è un “cacciatore di libri su commissione”, incaricato da un amico per verificare l’autenticità di un manoscritto, che dovrebbe essereclub-dumas “Il vino d’Angiò”, primo capitolo de “I tre moschettieri”, messo in vendita da un collezionista spagnolo morto impiccato poco tempo dopo.
Questa indagine porta il protagonista ad un altra impresa: la ricerca de “Le nove  porte del regno delle ombre”, di cui sono rimasti sono tre volumi, dal momento che nel 1600 la Santa Inquisizione ne aveva ordinato la distruzione a la condanna al rogo dell’autore, che nel libro aveva dichiarato di aver scritto con la collaborazione di Lucifero, inglobando nel testo nove incisioni misteriose, copiate, sempre secondo le sue dichiarazioni, da un testo ancora più antico scritto dallo stesso Satana.
Corso si vede coinvolto suo malgrado in una ricerca che lo porterà attraverso l’Europa, alla ricerca di una chiave di interpretazione delle incisioni che lo aiuti ad autenticare l’uno o l’altro dei tre volumi.
A poco a poco la sensazione di essere seguito ed osservato si intensifica, fino a quando il bibliofilo si incontra con un pericolo reale…

Il romanzo si rivela una lettura avvincente e per nulla scontata, accontenta la libido sciendi del lettore colto, che trova riferimenti continui a Dumas ed ai suoi personaggi. Oltre a questo, una buona suspance e un finale decisamente poco prevedibile. Corso è un personaggio davvero affascinante, cinico e maschilista quanto basta, ed Irene, la sua aiutante-antagonista, inquietante ed intrigante.

Incipit:
Il lampo di luce proiettò la sagoma dell’impiccato sulla parete. Penzolava immobile da una lampada al centro del salone e man mano che il fotografo gli si muoveva attorno, facendo scattare l’otturatore, l’ombra provocata dal flash si delineava via via su quadri, vetrine piene di porcellane, scaffali coperti di libri e tende aperte su grandi finestre, dietro le quali cadeva la pioggia.

La citazione:
«Non mi piacciono i regali» mormorò Corso, cupo. «Una volta dei tipi
accettarono un certo cavallo di legno. Artigianato acheo, c’era scritto sull’etichetta. Che idioti.»

 

Arturo Perez Reverte, Il Club Dumas o L’ombra di Richelieu

Pseudo Test Libresco

(di Ladra di libri [zoe] – dal sito http://www.anobii.com – gruppo “Appunti di lettura”)

PRIME LETTURE:
Michael Ende, Momo e La storia infinita– Louisa May Alcott, Piccole donne – Eleanor H. Porter, Pollyanna – Jack London, Zanna bianca e Il richiamo della foresta – M. Dodge, Pattini d’argento – Arthur Conan Doyle, I racconti di Sherlock Holmes – Gilberth Keith Chesterton, I racconti di padre Brown – Jules Verne, Il giro del mondo in 80 giorni – Mark Twain, Il principe e il povero – Frances Eliza Burnett, Il piccolo lord – Edmondo De Amicis, Cuore – L. Frank Baum, Il meraviglioso mago di Oz – Lewis Carroll, Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò

IL LIBRO SUL COMODINO:
Robert Jordan, L’ascesa dell’Ombra (della saga: La ruota del Tempo)

L’ULTIMO LIBRO AMATO:
Terry Brooks, I figli di Armageddon

L’ULTIMO LIBRO ODIATO:
Candace Robb, Il cavaliere assassinato

UN PERSONAGGIO DI CUI INNAMORARSI:
Il piccolo principe

IL LIBRO CHE HA FATTO PIANGERE:
J. K. Rowling, Harry Potter e i Doni della Morte

UNA FRASE AMATA:
“Sono felice che tu sia qui con me. Qui, alla fine di ogni cosa, Sam.” (“Il Signore degli Anelli“)

UN LIBRO DA REGALARE:
Richard Bach, Un ponte sull’eternità

UN LIBRO SOTTOVALUTATO:
Giovanni Verga, I Malavoglia

UN LIBRO SOPRAVVALUTATO:
Christopher Paolini, Eragon

UN LIBRO SCONVOLGENTE (in ogni senso):
Irvine Welsh, Trainspotting

I LIBRI PER L’ISOLA DESERTA:
William Golding, Il signore delle mosche – Umbero Eco, Il nome della rosa – Dante Alighieri, La Divina Commedia – J. K. Rowling, Harry Potter – J.R.R.Tolkien, Il Signore degli Anelli

IL PRIMO SCAFFALE CHE VISITO IN LIBRERIA:
Economica

IL SEGNALIBRO CHE STAI USANDO ADESSO:
Una fotografia

UNA DESCRIZIONE INDIMENTICABILE:
“(…) Il cielo di Lombardia, così bello quand’è bello, così limpido, così in pace”
(Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi)

UN LIBRO DA FARCI UN FILM:
Terry Brooks, Le pietre magiche di Shannara

IL PIÙ BEL FILM TRATTO DA UN LIBRO:
Il Signore degli Anelli

COME LEGGI? :
a letto, di notte

UN TITOLO BELLISSIMO:
Se una notte d’inverno un viaggiatore

SE FOSSI UN LIBRO:
Lorenzo Marini, Vaniglia

Century

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Cosa accade quando quattro ragazzi si incontrano per un avvenimento fortuito? Sarà poi così fortuito ciò che li ha portati ad incontrarsi? Quale segreto nasconde la misteriosa valigetta affidata ai quattro da un esimio studioso? Cosa cerca un violinista con un archetto particolarmente affilato a Roma?
Enigmi e misteri in un bel libro per ragazzi, che, oltre all’avventura, dedica spazio ad alcuni suggestivi luoghi (nel tempo e nello spazio) della Città Eterna.

Pierdomenico Baccalario, Century – L’anello di fuoco

Addio

malavogliaEra una bella sera di primavera, col chiaro di luna per le strade e nel cortile, la gente davanti agli usci, e le ragazze che passeggiavano cantando e tenendosi abbracciate. Mena uscì anche lei a braccetto della Nunziata, che in casa si sentiva soffocare.
«Ora non si vedrà più il lume di compar Alfio, alla sera», disse Nunziata, «e la casa rimarrà chiusa».

Compar Alfio aveva caricato buona parte delle sue cosucce sul carro, e insaccava quel po’ di paglia che rimaneva nella mangiatoia, intanto che cuocevano quelle quattro fave della minestra. «Partirete prima di giorno, compar Alfio?» gli domandò Nunziata sulla porta del cortile.
«Sì, vado lontano, e quella povera bestia bisogna che si riposi un po’ nella giornata».
Mena non diceva nulla, e stava appoggiata allo stipite a guardar il carro carico, la casa vuota, il letto mezzo disfatto e la pentola che bolliva l’ultima volta sul focolare.
«Siete là anche voi, comare Mena?» esclamò Alfio appena la vide, e lasciò quello che stava facendo.
Ella disse di sì col capo, e Nunziata intanto era corsa a schiumare la pentola che riversava, da quella brava massaia che era.
«Così son contento, che posso dirvi addio anche a voi!» disse Alfio.
«Sono venuta a salutarvi», disse lei, e ci aveva il pianto nella gola. «Perché ci andate alla Bicocca se vi è la malaria?»
Alfio si mise a ridere, anche questa volta a malincuore, come quando era andato a dirle addio.
«O bella! perché ci vado? e voi perché vi maritate con Brasi Cipolla? Si fa quel che si può, comare Mena. Se avessi potuto far quel che volevo io, lo sapete cosa avrei fatto!…» Ella lo guardava e lo guardava, cogli occhi lucènti. «Sarei rimasto qui, che fino i muri mi conoscono, e so dove metter le mani, tanto che potrei andar a governare l’asino di notte, anche al buio; e vi avrei sposata io, comare Mena, che in cuore vi ci ho da un pezzo, e vi porto meco alla Bicocca, e dappertutto ove andrò. Ma questi oramai sono discorsi inutili, e bisogna fare quel che si può. Anche il mio asino va dove lo faccio andare».
«Ora addio», conchiuse Mena, «anch’io ci ho come una spina qui dentro… ed ora che vedrò sempre quella finestra chiusa, mi parrà di averci chiuso anche il cuore, e d’averci chiusa sopra quella finestra, pesante come una porta di palmento. — Ma così vuoi Dio. Ora vi saluto e me ne vado».
La poveretta piangeva cheta cheta, colla mano sugli occhi, e se ne andò insieme alla Nunziata a piangere sotto il nespolo, al chiaro di luna.

Giovanni Verga, I Malavoglia

La fotografia è di Alena Navarro Whyte
http://www.flickr.com/photos/lenifuzhead

Vaniglia

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Un romanzo insolito, che vuole essere una sceneggiatura.
Un incontro tra due anime che si appartengono oltre il tempo e lo spazio, oltre le convenzioni e la razionalità.
Un sussurro del cuore, un sogno dolcissimo che ci si porta dentro anche dopo il risveglio.
E il profumo.

Lorenzo Marini, “Vaniglia. Una storia d’amore tratta da un film che nessuno ha mai girato.” (con cd)

Se ne può leggere il primo capitolo al sito http://www.uomodeitulipani.com